15 marzo 2006

PAUSA : Elezioni

Interrompo il consueto blog in inglese che, per la verità, è un po' morto, a favore del clima elettorale.
Per le mie voglie di andare all'estero sono stata marcata di menfreghismo e fuga dai problemi, abbandono della patria e via dicendo. Inutile ribadire che una persona che fa presente i problemi è perché dà importanza alle cose. A me interessa che l'Italia funzioni, migliori e cresca. Non mi identifico con la mentalità italiana attuale e penso che queste elezioni siano un'occasione importante (e spero non unica ed ultima) per riprendere in mano le sorti del Paese.
Andare all'estero per me significa vedere come gli altri hanno fatto le cose, affrontato problemi, costruito opere pubbliche. In questo modo posso cogliere diversi approcci ai problemi della vita (che hanno a tutte le latitudini, seppur in maniera differente) e nel mio piccolo tentare di migliorare (un giorno, forse) le questioni italiane. Non parlo solo della politica come professione ma anche dell'impegno quotidiano che ogni cittadino è portato a compiere. Progettare, investire, risparmiare, ideare....questa è la cosa comune a tutti.

Questa sera (14 marzo) si è tenuto il primo faccia a faccia tra il Presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi e lo sfidante Prodi.
In politica, solo Prodi ha un curriculum valido ed europeo (è stato presidente della Commissione Europea). Silvio parla tanto di Europa ma lo vediamo sempre a braccetto con Bush e Putin, che di europeo hanno ben poco.
Per leggere resoconti imparziali e dettagliati potete andare sui siti dei vari quotidiani. Qui voglio riportare le mie impressioni.


Comunicatività

Berlusconi ha parlato sempre tenendo gli occhi bassi ed ha passato il tempo a scrivere cifre e rettangoli sui fogli bianchi a sua disposizione (che non potevano essere inquadrati dalle telecamere per regolamento). Mi chiedo per chi fossero tutti quei numeri e ghirigori, ricordano molto i disegnini che si fanno durante le lunghe telefonate per passare il tempo. Silvio ha quindi dato l'impressione di recitare un monologo, cercando di infilare filastrocche imparate a priori con il suo team di esperti della comunicazione senza badare troppo alla pertinenza con la domanda rivoltagli dai giornalisti.
Qualcuno sostiene che scrivesse le cifre che sciorinava per poi non contraddirsi nelle risposte successive. Mi sembra una tesi credibile, soprattutto in assenza di alcuna motivazione che giustifichi tale comportamento.

Prodi non ha tirato in ballo i numeri, che sono una cosa significativa fino ad un certo punto. Giustamente l'italiano medio non ha idea del rapporto tra le cifre citate con l'interezza del problema:i parlare di 365.000 immigrati regolarizzati non mi ha fatto effetto, siccome non ho idea di quanti siano gli immigrati ad oggi presenti in Italia (regolari e non), nè dell'entità dei flussi migratori negli ultimi anni. Dovrei fare una ricerca ma non è il mio compito di elettore. Prodi ha avuto un atteggiamento più filosofico e meno matematico, considerando di parlare ad un pubblico variegato non necessariamente esperto di economia e finanza. Un punto a suo favore.
Inoltre ha fissato la telecamera per più di tre secondi (segno di sicurezza) e diverse volte, facendo anche un saggio uso delle mani per meglio comunicare le sue idee. E' riuscito a comunicare passione e voglia di migliorare, a differenza di Berlusconi che è rimasto sulle sterili cifre e ha avuto una faccia tesa per tutto l'incontro.

Domande e risposte


Non entrerò nel merito del genere di domande poste da Napoletano e Sorgi, i due giornalisti presenti in studio. La formulazione mi sembrava poco lineare, con italiano incerto che non mi sarei aspettata da due professionisti del giornalismo. Ho apprezzato molto la domanda sulle donne (scommetto che i rispettivi team elettorali la relegavano tra le più improbabili) che mi è sembrato cogliere entrambi impreparati. A stento hanno riempito di 2:50 minuti a disposizione per la prima risposta, per non parlare del 1:00 minuto di controrisposta che è stato dedicato a ripetizioni e balbettii.
Senza discutere della formula del confronto all'americana, che per quanto asettica possa sembrare è l'unica che garantisce un minimo di par condicio, spesso i due politici si sono trascinati lo stesso tema tra due domande diverse, come a dire "io dico quello che devo dire fino in fondo, in barba al tempo". Sui giornali online hanno parlato di fairplay rispettato, ma alla fine Berlusconi ha sfondato di oltre trenta secondi (per non contare altri sfondamenti minori, di entrambi).

Il prossimo governo

Nonostante il dibattito fosse tra i due concorrenti alla carica di Presidente del consiglio, il tema futuro è stato toccato solo da Prodi che ha enfatizzato sul ruolo dei giovani (e della loro formazione) come risorsa per il paese. Berlusconi si è arroccato sui disastri ereditati dopo 5 anni di governi di sinistra ma non ha parlato di cosa pensa di fare in futuro, in caso di vittoria. Ha elencato cifre a non finire sull'operato del suo governo, parlando di deficit contenuti miracolosamente ed altre prodezze da unto dal Signore ma non mi è sembrato avere una visione di sé al prossimo Governo.

Fairplay? Sarà ma....


Dopo gli attriti con la Annunziata di qualche giorno fa, Berlusconi ha riconfermato di legarsi al dito le sciocchezze e di mancare di quell'integrità e compostezza che un uomo nella sua posizione dovrebbe dismostrare di avere. Ha sprecato diversi secondi a usare espressioni -secono lui- ironiche per ridicolizzare Prodi ("mi stropiccio gli occhi e le orecchie") e per elencare le prese in giro subite dalla sinistra durante la sua carriera politica (ha voluto precisare che Prodi lo ha chiamato "venditore di tappeti", poi ha tentato di proseguire l'elenco ma è rimasto a bocca asciutta). Un uomo che tiene di più alla sua immagine personale, al suo orgoglio, al suo onore non mi sembra adatto ad un ruolo saggio come capo dell'esecutivo. Conferma l'idea che promuove i suoi interessi e non quelli degli italiani. (vedasi Conflitto di Interessi)

Conflitto di Interessi


Berlusconi punta sugli sporchi comunisti e sulle corporazioni, ma la domanda riguardava i miliardi delle sue holding e non tante briciole rosse presenti nella realtà lavorativa.

Prodi gli fa presente che il problema è stato affrontato in tutte le democrazie governe e che anche l'Italia, ormai inserita in un contesto europeo attivo, è tenuta ad allienarsi.

Silvio replica ancora con la tesi dei comunisti e svia la domanda sulle sue proprietà (sostiene che sono cresciute meno delle alltre imprese nazionali, ma un articolo de La Repubblica di qualche tempo fa sosteneva che l'entrata in politica gli ha sanato debiti miliardari e raddoppiato il fatturato)

Donne? Preferiscono stirare e fare all'amore

Di fronte alla domanda sule tema delle quote rosa entrambi i candidati si sono trovati presi in contropiede.
Berlusconi dice che poche donne hanno la preparazione adatta alla politica (fortuna che sono più le laureate che i laureati, o forse parlava di raccomandazioni e poteri maschili nella società italiana? In tal caso c'è da dargli ragione).
Traspare palesemente che non ha affrontato il problema con il suo team di esperti di immagine e si ha nettamente l'impressione che il suo programma elettorale (sempre che ne abbia uno, visto che non ne parla mai) non sfiori proprio l'argomento. Quando tenta di elogiare il suo governo l'unico nome rosa che sa dire è quello della Moratti, che però è in campagna per diventare sindaco di Milano (guarda caso dove le holding di Silvio hanno sede) per cui dà l'impressione di un nome tirato fuori non a caso. La Mussolini, la Santanché, Daniela Fini e le altre sono tutte nel dimenticatoio. Mettiamoci i jeans in parlamento e protestiamo ancora!

Prodi parte a rilento ma poi esplode con la frase che le quote rosa si augurava non fossero necessarie, ma ci si è resi conto che neanche in 50 anni di governo l'Italia arriverà ad avere un congruo numero di donne in politica. Inoltre fa presente che la sinistra ha il doppio delle parlamentari della destra.


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Prodi ha saputo comunicare meglio a livello verbale e gestuale, con contenuti non asettici ma mossi da passione politica e idee innovatrici. Berlusconi è rimasto troppo ancorato al passato (dei govenri di sinistra disastrosi, del suo governo che ha descritto in cifre ma non a parole) e s'è autodipinto come perdente.

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